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Un piccolo passo per i diritti, un grande passo (forse) per l’Argentina

Manifestazione a favore della legalizzazione dell’aborto – 30 Dicembre 2020, Cordoba (Argentina)

Un boato si solleva dalla “marea verde” riunita di fronte al Palazzo del Congresso a Buenos Aires: “Es ley, es ley!” (“E’ legge!”, in spagnolo), grida la folla. Le lacrime di gioia di giovani donne si mescolano ai sospiri di sollievo di quelle più anziane, nascondendo, per un attimo, i sentimenti di rabbia e delusione del movimento pro-vita posti sull’altro lato della piazza.

Dopo la Camera dei Deputati, anche il Senato ha approvato la legge sull’interruzione della gravidanza (conosciuta con l’acronimo IVE) con 38 voti a favore: lo stesso numero di rappresentanti che due anni prima, sotto la presidenza di Mauricio Macri, era bastato per affondare il disegno di legge al suo primo dibattito. La sessione, durata più di 12 ore e con oltre 60 oratori, si è conclusa alle prime luci dell’alba del 30 dicembre 2020.


Risultati della votazione del Senato (dal canale Youtube “Senado Argentina”)

La proposta è stata presentata a metà novembre direttamente dal presidente Alberto Fernandez in concomitanza con il “progetto dei 1000 giorni”, un piano di sostegno per le gestanti e per i primi anni di vita del neonato. Nonostante la possibilità di apportare modifiche durante il dibattito per velocizzarne l’approvazione, i cambiamenti attuati sono stati solamente due: l’aggiunta dell’obiezione di coscienza da parte del medico, prevedendo l’accompagnamento della richiedente verso un’altra figura professionale in caso di rifiuto e l’inapplicabilità di questo diritto in caso di rischio di vita per la gestante, e l’esecuzione dell’aborto entro 10 giorni dalla sua richiesta (contro i 5 inizialmente ipotizzati).

Il disegno di legge prevede, inoltre, la depenalizzazione, il riconoscimento del diritto all’aborto e l’inserimento di questa pratica tra le prestazioni mediche ritenute essenziali e gratuite. La stessa Campaña Nacional por el Derecho al Aborto Legal, Seguro y Gratuito, movimento nato intorno ai primi anni 2000 – il cui simbolo è un fazzoletto (pañuelo) verde -, si è detta soddisfatta della proposta, sebbene avesse già presentato otto diversi progetti al Congresso nel corso del tempo.

Prima di questa giornata storica, l’aborto era attuabile unicamente in caso di rischio di morte per la madre o per gravidanze dovute a violenza sessuale. La forte radicalizzazione dei valori cristiani ed un profondo atteggiamento conservatore, soprattutto nelle regioni più rurali, hanno ostacolato questa possibilità, comportando un aumento di aborti clandestini e conseguenze devastanti sulla salute pubblica. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi delle “bambine-madri”, costrette a partorire per l’obiezione dei medici o per ostruzionismo burocratico, e si stima che ogni anno oltre 40 mila donne vengano ricoverate a causa di complicanze sorte a interruzioni di gravidanza illegali.

Grazie al dibattito del 2018, questa pratica è riuscita a trovare uno spazio tra le conversazioni delle persone comuni, sviluppando un aumento di manifestazioni sia pro che contro e ottenendo un ruolo prioritario nel governo attuale.

Dal giorno del voto l’Argentina è diventata il sesto paese dell’America Latina a permettere – con le dovute regole – l’interruzione di gravidanza sicura e gratuita, aggiungendo un nuovo tassello ad una serie di diritti umani conquistati nel tempo: diritto di voto femminile, matrimoni omosessuali, leggi contro le discriminazioni, e altro ancora. Il tempismo, tuttavia, rimane una peculiarità di questo paese: l’approvazione giunge alla fine di un anno disastroso dal punto di vista economico e sociale a causa del Covid-19 e la scelta di discutere questa legge in un periodo così delicato ha trovato forti contestazioni tra i senatori dell’opposizione.

Nonostante la velocità di avanzamento in quanto a diritti umani e l’enorme disponibilità di risorse, l’Argentina resta una delle economie più arretrate del continente: la corruzione è onnipresente, la povertà e la disoccupazione superano il 40-50% e il paese possiede uno dei maggiori tassi di inflazione al mondo. I conservatori ne sono fortemente scettici, ma chissà che questo progresso sociale non possa cambiare totalmente le sorti di un paese bloccato in un circolo vizioso di default economico dalla sua nascita.

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